Responsabilità da reato delle imprese
Background storico

L’esigenza di innovare e ampliare l’ambito della responsabilità da reato prevedendovi anche quella degli enti collettivi deriva dalla necessità di contrastare la criminalità d’impresa che da sempre caratterizza i mercati nazionali ed internazionali.

Diverse legislazioni avevano da tempo previsto, seppur con modalità differenti, la responsabilità penale delle società. In particolare, nel corso degli anni ’90, le comunità internazionali si sono concentrate sul fenomeno della criminalità legata alla corruzione nell’ambito delle transazioni commerciali.

L’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico che si occupa, tra l’altro, di coordinamento economico dei diversi paesi che ne fanno parte, nella sua convenzione del 17 dicembre 1997 aveva stabilito l’obbligo di “adottare le misure necessarie, secondo i propri principi giuridici, per stabilire la responsabilità delle persone giuridiche per la corruzione di pubblico ufficiale straniero” per incentivare la lotta alla corruzione dei pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali.

Perché tutto ciò? Perché in assenza della previsione di una responsabilità penale delle persone giuridiche per fatti-reato, come ad esempio quello di corruzione, per cui era prevista solamente una responsabilità personale, spesso le società utilizzavano la classica “testa di legno” per commettere reati a loro vantaggio sapendo che le conseguenze afflittive di carattere penale avrebbero colpito solo il soggetto autore del reato.

Con la convenzione dell’OCSE gli stati membri sono stati sollecitati ad assumere una diversa consapevolezza della criminalità d’impresa e ad agire di conseguenza.

Con la legge 29 settembre 2000 n.300 l’Italia ha ratificato la convenzione OCSE del dicembre 1997, e altre precedenti che invitavano a reprimere fenomeni di inquinamento della regolarità dei mercati come la citata corruzione, e ha poi emanato il D.Lgs.231/01.

A livello internazionale si deve sicuramente agli Stati Uniti la primogenitura di un provvedimento contro la criminalità d’impresa.

Colpiti da rilevanti scandali che negli anni ottanta avevano caratterizzato il mondo economico americano, attraverso operazioni di insider trading, di corruzione e di violazione della normativa antitrust, gli Stati Uniti hanno reagito con l’emanazione nel 1991 delle Federal Sentencing Guidelines.

Il sistema di prevenzione e punibilità della criminalità d’impresa messo in atto dagli Stati Uniti ha sicuramente ispirato il legislatore italiano. Negli Stati Uniti nell’ individuare la pena a carico di una società si considera se questa ha adottato dei compliance programs finalizzati a prevenire il reato commesso e, in caso di riscontro positivo, si può ridurre la sanzione sino all’80%.

 

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